50 ex politici europei contro il Piano di Pace di Trump

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Foto The White House from Washington, DC - President Trump Meets with Israeli Prime Minister Benjamin Netanyahu, Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=86370188
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Il 27 febbraio scorso, il Guardian aveva pubblicato una lettera intitolata “Grave preoccupazione in merito al piano americano per risolvere il conflitto israelo-palestinese.” Era stata firmata da 50 ex politici europei, tra cui molti erano stati Primi Ministri e Ministri degli Esteri.

Analisi di Manfred Gerstenfeld

I firmatari si definivano “Europei dediti alla promozione del diritto internazionale, della pace e della sicurezza in tutto il mondo.” Se questo fosse davvero il caso, si sarebbe in grado di trovare molti loro scritti nei media, in considerazione della complessa situazione di questi argomenti nel mondo. Eppure, per quanto si possa ragionevolmente verificare, questi 50 hanno solo firmato questa lettera di recente, un atto che li qualifica come ipocriti. Nella loro lettera avvertono che se il piano di pace di Trump andrà avanti, Israele sarà uno Stato di apartheid. Molti dei firmatari possono essere caratterizzati come veterani incitatori anti-israeliani. Se si applicasse la definizione più comune di antisemitismo, quella dell’International Holocaust Remembrance Alliance, alcuni addirittura si adatterebbero a tale definizione e potrebbero essere etichettati come antisemiti.

Il nome che attira immediatamente l’attenzione tra i firmatari è quello di Mary Robinson, ex Presidente dell’Irlanda ed ex Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani.

Nel 2014, aveva co-firmato con l’ex Presidente degli Stati Uniti, Jimmy Carter, un editoriale sul Guardian, in cui suggerivano che l’Europa e gli Stati Uniti avrebbero dovuto riconoscere che Hamas è anche un movimento politico. Non hanno menzionato che si tratta anche di un’organizzazione con intenti di genocidio. Questa è stata la vetrina di una eminente figura a sostegno dei diritti umani, che ha promosso invece gli interessi di un’organizzazione che vuole commettere omicidi di massa. Una nuova rapida occhiata ai firmatari mostra che almeno venti di loro sono socialisti. Ciò riflette il frequente considerevole incitamento dei loro partiti contro Israele e la simpatia per la leadership palestinese repressiva, corrotta, antidemocratica e omicida. Coloro che sono anti-Israele, pensano spesso che avere un sostenitore ebreo aiuti. L’ex Presidente socialista svizzera, Ruth Dreyfuss, ha svolto questo ruolo nella lettera. L’ex ambasciatore olandese e coordinatore speciale delle Nazioni Unite, Robert Serry, anch’egli socialista, è figlio di un padre ebreo, e ha scoperto di esserlo solo dopo la morte di quest’ultimo. Questo dettaglio però non è molto noto: nel 2014, quando lui era inviato speciale delle Nazioni Unite per il Processo di Pace in Medio Oriente, il Ministro degli Esteri israeliano Avigdor Lieberman aveva minacciato di dichiarare Serry persona non gradita, quando si era offerto di aiutare a trasferire i fondi del Qatar ad Hamas.

Un firmatario tedesco è Sigmund Gabriel. Lui è ex leader del partito socialista del suo Paese, ex Ministro degli Esteri e un abile provocatore anti-israeliano che si definisce subdolamente un ‘amico di Israele’. Tra i firmatari vi sono anche quattro membri del Partito laburista britannico: Douglas Alexander, Ben Bradshaw, Jack Straw e Garreth Thomas. Si sentì poco o niente da parte loro quando il loro partito divenne istituzionalmente antisemita sotto la presidenza di Jeremy Corbyn.
 
“Persone in passato eminenti”
 
Un altro personaggio da prendere in considerazione è il socialista belga Willy Claes. Ha dovuto lasciare la carica di Segretario Generale della NATO a causa del suo coinvolgimento in uno scandalo di corruzione in Belgio, per il quale in seguito venne condannato e perse il diritto di voto o di essere eletto. L’unico firmatario finlandese, Erkki Tuomioja, ex Ministro socialista degli affari esteri del suo Paese, in passato ha paragonato le misure difensive israeliane alla persecuzione nazista degli ebrei in Germania dicendo: “È abbastanza scioccante che alcuni adottino verso i palestinesi lo stesso tipo di politica di cui essi stessi erano stati vittime degli anni ’30 “. Ci sono state due lettere un po’ simili in passato, firmate da una varietà di altri ex politici europei. La prima era stata pubblicata nell’aprile del 2013. I firmatari si autodefiniscono il “Gruppo Europeo di Persone Autorevoli sul Processo di Pace in Medio Oriente”.

Il contenuto di questa lettera è stato abilmente smantellato da Elliott Abrams che ha ricoperto posizioni di rilievo presso vari Presidenti degli Stati Uniti. Attualmente è Rappresentante Speciale per il Venezuela presso il Dipartimento di Stato. Abrams concluse che la lettera era in qualche modo importante: “Dimostra che il pensiero ufficiale ed elitario europeo continua a incolpare Israele per tutto ciò che riguarda il cosiddetto processo di pace”.
 
Abrams ha affermato che i firmatari, da lui definiti “persone in passato eminenti”, avevano cercato di evitare la verità, cioè che Mahmoud Abbas aveva rifiutato un’offerta estremamente generosa da parte del Primo Ministro israeliano Ehud Olmert. Ha anche sottolineato che la dichiarazione nella lettera sull’incapacità delle parti di negoziare negli ultimi quattro anni era falsa.

Abrams ha inoltre specificato che i firmatari non avevano chiesto nulla ai palestinesi e che li avevano trattati come oggetti piuttosto che come persone. Ha aggiunto: ” La lettera non menziona mai il problema delle trasmissioni antisemite e dei discorsi di odio nei media ufficiali palestinesi, né la questione della glorificazione del terrorismo e dei terroristi da parte dell’AP, e dell’impatto che tale condotta ha sulle prospettive di pace”. Nel maggio del 2015 è stata pubblicata una seconda lettera dello stesso gruppo europeo di autoproclamate “Persone Eminenti”. Alcuni firmatari delle lettere precedenti sono anche recidivi nell’attuale lettera del Guardian. Uno di loro, l’ex Ministro degli Esteri socialista francese Herbert Védrine, è ricordato da molti ebrei francesi perché sembrava mostrare comprensione per i numerosi attacchi antisemiti da parte dei musulmani in Francia all’inizio di questo secolo. Ha detto che “Non si deve necessariamente essere sorpresi dal fatto che i giovani francesi di origine immigrata abbiano compassione per i palestinesi e siano molto eccitati per ciò che sta accadendo”.

Se esiste da qualche parte una gogna virtuale per i membri senza morale dell’élite, i nomi di queste cinquanta ex-celebrità politiche dovrebbero essere apposti su di essa.
 
Manfred Gerstenfeld è stato insignito del “Lifetime Achievement Award” dal Journal for the Study of Antisemitism, e dall’ International Leadership Award dal Simon Wiesenthal Center. Ha diretto per 12 anni il Jerusalem Center for Public Affairs. Prima pubblicazione in italiano a cura di Informazione Corretta. Traduzione di Yehudit Weisz.