Come i palestinesi profanano i luoghi santi di tutti, incluso il loro

0
Der palästinensische Präsident Mahmoud Abbas während der Sitzung des Fatah-Rates in Ramallah am 21. Juni 2021. Foto IMAGO / ZUMA Wire
Der palästinensische Präsident Mahmoud Abbas während der Sitzung des Fatah-Rates in Ramallah am 21. Juni 2021. Foto IMAGO / ZUMA Wire
Lesezeit: 6 Minuten

Ancora una volta i palestinesi hanno mentito al mondo affermando che gli ebrei “profanano” i luoghi santi dell’Islam, in particolare la Moschea di al-Aqsa, a Gerusalemme.

Se qualcuno profana la moschea e altri luoghi santi, beh, sono gli stessi palestinesi.

Nel 2002, i terroristi palestinesi fecero irruzione nella Basilica della Natività a Betlemme, ma la reazione cristiana mondiale fu moderata. I terroristi rimasero all’interno della chiesa per 39 giorni, lasciandosi dietro di sé coperte e materassi sporchi, accendini e mozziconi di sigaretta, e il “tanfo delle feci“. Un sacerdote si è lamentato del fatto che i terroristi avessero anche profanato la chiesa fumando e bevendo alcolici.

Venerdì mattina, 15 aprile, centinaia di “fedeli” palestinesi si sono barricati all’interno della moschea di al-Aqsa e si sono scontrati con agenti di polizia israeliani.

I rivoltosi, armati di sassi, sbarre di ferro e petardi sono arrivati alla moschea all’alba e sono stati visti introdurre sassi nell’edificio e bloccarne il cancello principale con barriere di legno e di metallo.

I “fedeli” hanno raggiunto la moschea perché i loro leader gli avevano mentito, dicendo loro, falsamente, che gli ebrei stavano progettando di “prendere d’assalto” la moschea e “profanarne” i cortili.

Non appena i rivoltosi sono entrati nel complesso della moschea sul Monte del Tempio e prima di scontrarsi con la polizia, hanno sollevato bandiere e stendardi di Hamas, un gruppo palestinese designato come organizzazione terroristica da Stati Uniti, Unione Europea, Canada, Australia, Giappone e da altri Paesi.

Ma a quanto pare, i palestinesi non considerano un atto di profanazione introdurre sassi, sbarre di ferro e altre armi leggere in una moschea.

A quanto pare, i palestinesi non considerano un atto di profanazione issare in un luogo sacro bandiere e stendardi di un’organizzazione terroristica.

A quanto pare, i palestinesi non considerano un atto di profanazione lanciare sassi e bottiglie di vetro contro le persone presenti presso il vicino Muro Occidentale, il luogo più sacro al mondo utilizzato dal popolo ebraico per la preghiera.

A quanto pare, i palestinesi non considerano un atto di profanazione lanciare sassi e sparare petardi contro gli agenti di polizia nel complesso della moschea.

Le rivolte iniziate dai palestinesi al Monte del Tempio il 15 aprile sono state del tutto immotivate. La violenza è esplosa dopo che leader e gruppi palestinesi hanno affermato falsamente che “estremisti ebrei” intendevano compiere una pratica rituale del sacrificio di animali per celebrare la festa di Pesach, la pasqua ebraica.

Israele ha negato le accuse e ha inviato messaggi ai palestinesi assicurando loro che agli ebrei non sarebbe stato permesso di compiere alcuna “provocazione” sul Monte del Tempio.

Anche l’alto funzionario di Hamas Saleh al-Arouri ha ammesso, poche ore prima che scoppiassero le violenze, che il suo gruppo aveva ottenuto tali rassicurazioni. Secondo al-Arouri, il messaggio israeliano è stato trasmesso a Hamas attraverso “mediatori” anonimi.

Eppure tutti i tentativi di Israele di confutare le false accuse dei palestinesi non sono serviti a nulla.

L’accusa del sangue mossa dai palestinesi riguardo alla presunta profanazione dei luoghi santi da parte degli ebrei è nata diversi anni fa con lo stesso presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas. Nel 2015, Abbas disse:

“La Moschea di al-Aqsa e la Chiesa del Santo Sepolcro sono nostre. Sono tutte nostre e loro [gli ebrei] non hanno il diritto di contaminarle con i loro piedi sporchi. Noi rendiamo omaggio a ogni goccia di sangue versata per Gerusalemme. Questo sangue è puro, pulito, versato in nome di Allah. Ogni martire andrà in Paradiso e ogni ferito verrà ricompensato da Allah”.

Poco dopo il discorso di Abbas, i palestinesi lanciarono un’ondata di attacchi terroristici con tanto di accoltellamenti, sparatorie e speronamenti di auto.

I palestinesi che volevano uccidere gli ebrei pensavano di rispondere all’appello del loro presidente di difendere la loro moschea dai “piedi sporchi” degli ebrei. Uccidendo decine di ebrei per il bene della moschea, i terroristi stessi hanno di fatto profanato la sacralità della moschea di al-Aqsa. Come? Hanno invocato il nome della moschea per giustificare una follia omicida contro ebrei innocenti.

Il piccolo numero di ebrei che negli ultimi anni ha visitato pacificamente l’area all’aperto del Monte del Tempio non ha mai nemmeno messo piede all’interno della Moschea di al-Aqsa o sulla vicina Cupola della Roccia. I visitatori ebrei non si recano lì per aggredire o umiliare i musulmani. Vi si recano nell’ambito di visite organizzate coordinate con le autorità israeliane.

Se qualcuno viene aggredito, molestato e umiliato, sono i visitatori ebrei. Video di palestinesi che imprecano e urlano contro i visitatori ebrei circolano da anni sulle piattaforme dei social media. Inoltre, i palestinesi hanno tentato di aggredire fisicamente i visitatori ebrei.

In particolare, le reiterate affermazioni palestinesi secondo cui gli ebrei profanano i luoghi santi islamici sono arrivate anche mentre i palestinesi vandalizzavano la tomba di Giuseppe nella città palestinese di Nablus.

Il sito, dove secondo la tradizione ebraica sarebbe sepolto il personaggio biblico Giuseppe, la scorsa settimana è stato attaccato e vandalizzato due volte da rivoltosi palestinesi.

Questa non era la prima volta che i palestinesi attaccavano e danneggiavano la tomba di Giuseppe. Sebbene alcuni rapporti abbiano affermato che l’Autorità Palestinese ha promesso di aiutare a rinnovare il sito, alla fine è stato l’esercito israeliano a dover inviare grandi forze per rimediare ai danni.

La tomba di Giuseppe è stata presa di mira dai palestinesi per un motivo: impedire agli ebrei di andare a pregare lì. Due religiosi ebrei che hanno cercato di raggiungere il sito dopo aver appreso degli atti di vandalismo sono stati colpiti e feriti dai palestinesi con colpi d’arma da fuoco.

Il vandalismo e il tentativo di negare agli ebrei l’accesso alla tomba di Giuseppe è una vera e propria profanazione di un luogo sacro, in contrasto con le visite pacifiche degli ebrei al Monte del Tempio e il libero accesso che i musulmani hanno a tutte le loro moschee a Gerusalemme.

Intanto, la comunità internazionale continua a ignorare la profanazione palestinese dei luoghi santi. I giornalisti riferiscono di come i poliziotti israeliani abbiano fatto “irruzione” venerdì mattina nel complesso della moschea di al-Aqsa, senza rilevare che i rivoltosi palestinesi avevano riempito la moschea di sassi e sbarre di ferro poche ore prima che la polizia entrasse.

Le affermazioni palestinesi secondo cui gli ebrei contaminano i luoghi santi hanno lo scopo non solo di incentivare i palestinesi a compiere attacchi terroristici, ma anche di radunare tutti i musulmani contro Israele. Le false accuse promuovono l’antisemitismo e alimentano il rancore di coloro che odiano Israele in tutto il mondo, specialmente, purtroppo, nei campus universitari statunitensi.

Tutto questo sta accadendo mentre l’amministrazione Biden ignora con disinvoltura le incessanti calunnie del sangue palestinesi e l’incitamento feroce contro Israele e contro gli ebrei. Durante una recente visita del segretario di Stato americano Antony Blinken a Ramallah, la capitale de facto dei palestinesi, il funzionario governativo ha dichiarato:

“Lavoreremo per prevenire azioni da entrambe le parti che potrebbero aumentare le tensioni. Ciò include l’espansione degli insediamenti, la violenza dei coloni, la demolizione di case, gli sfratti, i pagamenti alle persone condannate per terrorismo, l’incitamento alla violenza”.

Le osservazioni di Blinken mostrano che egli considera la costruzione di nuove abitazioni per gli ebrei più pericolosa dell’uccisione degli israeliani nelle strade delle loro città.

È importante sottolineare che Blinken non ha minacciato di sospendere gli aiuti finanziari offerti dagli Stati Uniti ai palestinesi per i pagamenti alle famiglie dei terroristi che hanno ucciso ebrei e per il continuo incitamento ad attaccare gli israeliani.

Si noti che fino a quando Blinken considererà la costruzione di alloggi per gli ebrei una minaccia maggiore rispetto a sparare e ad accoltellare donne e uomini israeliani nei centri commerciali e nei bar, i palestinesi non smetteranno di versare sangue e di istigare a uccidere.

Se l’amministrazione statunitense non affermerà con assoluta chiarezza che i palestinesi pagheranno a caro prezzo il fatto di continuare a premiare i terroristi e le loro famiglie, i palestinesi non rallenteranno né la profanazione dei luoghi santi né i loro attacchi terroristici.

Bassam Tawil è un musulmano che vive e lavora in Medio Oriente.