Perché i palestinesi stanno fuggendo dalla Striscia di Gaza

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Symbolbild. Gaza am 15. November 2021. Foto IMAGO / NurPhoto
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Una tragedia che ha di recente colpito la Striscia di Gaza ha ancora una volta messo in luce l’entità della sofferenza dei palestinesi che vivono sotto il governo di Hamas, il gruppo sostenuto dall’Iran.

La tragedia serve anche a ricordare il doppiopesismo della comunità internazionale nell’affrontare il conflitto israelo-palestinese, in particolare l’ossessione per Israele e la tendenza a ignorare qualsiasi illecito da parte palestinese.

Secondo notizie giunte dalla Striscia di Gaza, almeno tre palestinesi che sono fuggiti dall’enclave costiera controllata da Hamas sono scomparsi, apparentemente dopo essersi capovolti con la loro imbarcazione al largo delle coste della Grecia e della Turchia. I tre erano tra le decine e decine di palestinesi alla ricerca di una vita migliore lontano dalla repressione e dalla corruzione di Hamas.

Una delle vittime è stata identificata come Anas Abu Rajileh, 25 anni; un’altra era Nasrallah al-Farra.

L’episodio ha destato grande attenzione fra i palestinesi a causa di un audio registrato da uno dei migranti palestinesi che si trovava sull’imbarcazione, un messaggio vocale in cui informava la madre che uno dei suoi amici era annegato e le chiedeva di informare i familiari della vittima. “Mamma”, si sente dire il giovane, “stiamo affogando e i pesci ci stanno mangiando”.

Molti giovani della Striscia di Gaza che negli ultimi anni sono riusciti a risparmiare del denaro o ad assicurarsi abbastanza soldi sono fuggiti in altri Paesi attraverso la Turchia e la Grecia. Secondo quanto riferito, hanno pagato migliaia di dollari in tangenti ai funzionari di Hamas, alle guardie di frontiera egiziane e ai trafficanti per aiutarli a lasciare la Striscia di Gaza in modo da poter iniziare una nuova vita in Europa e altrove.

Un sondaggio di opinione condotto lo scorso anno dall’Università di Al-Aqsa nella Striscia di Gaza ha mostrato che il 51 per cento dei giovani che vivono a Gaza emigrerebbe volentieri se ne avesse l’opportunità. Oltre l’80 per cento degli intervistati ha spiegato che il motivo principale per cui vuole lasciare la Striscia di Gaza sono i fattori economici.

In particolare, il sondaggio ha rilevato che il 73 per cento di coloro che hanno partecipato al sondaggio ha affermato che se Hamas e i suoi rivali della fazione al potere di Fatah, guidata dal presidente dell’Autorità Palestinese (AP) Mahmoud Abbas, smettessero di farsi la guerra, i giovani palestinesi non prenderebbero in considerazione l’emigrazione.

Hamas e Fatah sono in guerra tra loro dal 2007. Poi, Hamas ha fatto un violento colpo di Stato contro l’AP, ha gettato i funzionari dell’Autorità Palestinese dagli ultimi piani di edifici alti e ha preso il controllo della Striscia di Gaza.

Non è chiaro quanti palestinesi siano fuggiti dalla Striscia di Gaza negli ultimi anni. Secondo alcuni rapporti, più di 40 mila palestinesi sono riusciti a partire tra il 2014 e il 2020. Altri rapporti affermano che sono più di 70 mila.

I palestinesi che hanno partecipato al sondaggio hanno espresso preoccupazione riguardo al fatto che tra i migranti figurano laureati e professionisti, soprattutto medici che preferiscono lavorare e vivere nei Paesi europei e non sotto Hamas.

“Gli episodi di annegamento dei giovani nei loro viaggi di emigrazione mettono in ansia le loro famiglie”, ha riportato il quotidiano panarabo Al-Quds Al-Arabi. “Allo stesso tempo, l’annegamento mostra l’entità della tragedia vissuta dagli abitanti della Striscia di Gaza, che spinge i migliori dei suoi figli ad emigrare”.

L’ultimo episodio ha scatenato un’ondata di proteste da parte di molti palestinesi, che si sono rivolti a varie piattaforme di social media per esprimere il loro sconcerto e l’incredulità in merito alla tragedia consumatasi e denunciare i leader di Hamas per non essere riusciti a migliorare le condizioni di vita della loro popolazione.

Riferendosi allo stile di vita lussuoso condotto dalla maggior parte dei funzionari di Hamas nella Striscia di Gaza e all’estero, molti palestinesi si sono lamentati del fatto che mentre i pesci mangiano i poveri migranti, i dirigenti di Hamas continuano a gustare il miglior pesce e i frutti di mare offerti in Qatar e nella Striscia di Gaza.

Dopo essere venuti a conoscenza della tragedia, altri palestinesi hanno lanciato su Twitter l’hashtag “Noi Vogliamo Vivere”, in cui anche loro ritenevano Hamas responsabile dell’alto tasso di disoccupazione e di povertà nella Striscia di Gaza.

Alcuni utenti dei social media hanno inoltre accusato la fazione Fatah di Abbas della loro persistente miseria, a causa della sua costante rivalità con Hamas.

“Il governo [di Hamas] non sta facendo nulla per cambiare le vite umane lì”, ha scritto il giornalista palestinese Walid Mahmoud. “A questo si aggiunga che i media non ne parlano e credo che non ne parleranno”. Mahmoud, che proviene dalla Striscia di Gaza, ha spiegato che l’hashtag “Noi Vogliamo Vivere” riflette la misura in cui la popolazione di Gaza è indignata per la “stupidità dell’amministrazione [di Hamas] al potere”.

Riferendosi alla corruzione e all’apatia dei leader di Hamas nei confronti della sofferenza del loro popolo, alcuni palestinesi hanno rivelato che i figli dei leader di Hamas si regalano soggiorni nella località balneare egiziana di Sharm a-Sheikh.

Un palestinese della Striscia di Gaza, che non ha rivelato il suo nome, ha postato un video in cui lancia un feroce attacco ai leader di Hamas, accusandoli di distruggere il futuro dei giovani.

“Se i nostri dirigenti non si preoccupano di noi, questo è un disastro. (…) La gente sta morendo, sta morendo di fame. La vita delle persone è stata distrutta. I giovani stanno morendo e i pesci se li stanno mangiando. I leader [di Hamas] e i loro figli non sono migliori di me e dei miei figli”.

A quanto pare, i due milioni di palestinesi che vivono sotto il governo di Hamas sono giunti alla conclusione che è Hamas, e non Israele, il responsabile della loro miseria.

A giudicare dalle reazioni avute dai palestinesi all’ultima tragedia che ha coinvolto i migranti, è ovvio che molti palestinesi capiscono ciò che la maggior parte degli attivisti anti-israeliani non riescono a capire: che Hamas dà la priorità alla produzione e al traffico di armi piuttosto che fornire lavoro ai disoccupati e assistere chi vive in povertà.

Hamas avrebbe potuto trasformare la Striscia di Gaza nella Singapore del Medio Oriente. Invece, ha preferito trasformarla in un centro per il jihad (guerra santa) contro Israele.

Ghanem Nusseibeh, un musulmano palestinese appartenente alla più antica famiglia araba di Gerusalemme, ha commentato:

“Negli ultimi 15 anni, Hamas ha fatto andare le cose a Gaza di male in peggio. Gli abitanti di Gaza vivono sotto un brutale regime islamista che li tiene in ostaggio di politiche stagnanti che fanno solo gli interessi di Hamas e dei loro alleati islamici globali. Se la comunità internazionale contribuisse a liberare Gaza da tali forze, aiuterebbe gli abitanti di Gaza a creare una Dubai del Mediterraneo o una nuova Singapore”.

Se i palestinesi nella Striscia di Gaza sono davvero così disperati, sarebbe opportuno che rovesciassero Hamas e ponessero fine al suo pugno di ferro sulla Striscia di Gaza.

Tuttavia, Hamas continua a schiacciare il dissenso e a intimidire i suoi detrattori. Inoltre, Hamas continua a godere di popolarità tra numerosi palestinesi non solo nella Striscia di Gaza, ma anche in Cisgiordania. La ragione per cui il gruppo è così popolare è che molti palestinesi sostengono il suo appello ad eliminare Israele.

Sarebbe più utile se i palestinesi in fuga dalla Striscia di Gaza rimanessero a casa e dedicassero le loro energie alla rimozione di Hamas dal potere, anche se tale rimozione dovesse avere un caro prezzo. Questo è l’unico modo per risolvere i problemi di Gaza.

Accusare Israele di tutto ciò che è sbagliato nella Striscia di Gaza può ingannare molti negli Stati Uniti, in Canada e nel Regno Unito. Ma i palestinesi in fuga da Gaza e le loro famiglie che rimangono conoscono la verità: è Hamas che li ha portati nell’abisso, compreso il mare in cui stanno annegando.

Khaled Abu Toameh è un pluripremiato giornalista che vive a Gerusalemme. È Shillman Journalism Fellow al Gatestone Institute.