In Germania le segnalazioni di episodi di antisemitismo continuano ad aumentare e hanno raggiunto un numero preoccupante. Molti di questi atti non diventano di pubblico dominio. Settantacinque anni dopo la fine del tentativo tedesco di distruggere il popolo ebraico, i problemi legati agli ebrei, a Israele e alla Shoah continuano a tormentare la cultura tedesca.
Analisi di Manfred Gerstenfeld
Queste sono questioni complesse e difficili. Per comprenderle, potrebbe essere di aiuto utilizzare strumenti analitici speciali per ottenere una migliore visuale della Germania odierna, una società che non ha assolutamente digerito moralmente il suo passato genocida. Un modo è per esempio considerare il conflitto tra i nipoti dei perpetratori del genocidio: ci sono discendenti che rappresentano la luce e quelli che rappresentano il buio dell’antisemitismo. Questo approccio può aiutarci a comprendere la sopravvivenza della mentalità criminale della generazione dei nonni e il suo continuo impatto sul popolo tedesco. Alcuni elementi di questa battaglia sono in bella vista mentre altri si verificano sotto la superficie. Altri ancora rientrano in entrambe le categorie e sono più grigi che neri o bianchi. La posizione politica tedesca dominante, come espressa da molti nei media, è quella di semplificare le cose. È facile dire che i nipoti dalla mentalità oscura sono rappresentati principalmente dall’estrema destra antisemita, molti dei quali hanno preso alcune delle loro convinzioni e atteggiamenti direttamente dai nazisti.
Tuttavia, un’analisi del genere diventa rapidamente difficile da sostenere. Tutti gli altri partiti in parlamento rifiutano di collaborare con l’estrema destra AfD, per esempio, ma una valutazione più critica e dettagliata rivela che l’AfD contiene due correnti distinte. Sono incompatibili e dovrebbero essersi divise in due partiti (qualcosa che potrebbe ancora accadere). Mentre l’ala di estrema destra dell’AfD è chiaramente ideologicamente vicina ai nipoti delle tenebre, è difficile affermare che la parte moderata dell’AfD sia più problematica per gli ebrei rispetto, ad esempio, al gruppo giovanile socialista tedesco Jusos. Al congresso di novembre del 2020, Jusos ha approvato un testo in cui afferma che il loro movimento si identifica con i giovani di Fatah, che non riconoscono Israele. La Germania è l’unico Paese europeo ad aver ricevuto grande attenzione nella lista del 2020, pubblicata di recente dal Simon Wiesenthal Center (SWC), dei primi 10 principali centri globali di antisemitismo: Jusos è menzionato; l’AFD non lo è. Nel 2011, l’Università di Bielefeld aveva condotto uno studio in sette Paesi europei per conto della Fondazione socialdemocratica Friedrich Ebert. Da questo rapporto, che conteneva dati di 1.000 intervistati per Paese, si può estrapolare che almeno 150 milioni di cittadini dell’UE di età pari o superiore a 16 anni, hanno visioni demoniache di Israele. Una delle domande poste era se erano d’accordo con l’affermazione che Israele sta conducendo una guerra di sterminio contro i palestinesi. Le percentuali più basse di coloro che erano d’accordo sono state in Italia e nei Paesi Bassi, rispettivamente con il 38% e il 39%. In Germania, la cifra era del 48%. Proiettando falsamente sullo Stato ebraico gli atteggiamenti criminali tedeschi dominanti nella generazione dei loro nonni, quasi la metà della popolazione tedesca si colloca nella categoria del buio dell’antisemitismo. Un ruolo di facilitatore in questo caso era stato svolto dai media tedeschi, che hanno promosso questo modo di pensare.
Dalla parte dei nipoti della luce ci sono le organizzazioni tedesche che combattono l’antisemitismo, nonché i commissari per l’antisemitismo negli Stati Federali e le varie istituzioni della società civile. In particolare, il Commissario Federale per l’Antisemitismo Felix Klein è stato molto attivo nella lotta contro le numerose manifestazioni di odio nei confronti degli ebrei in Germania. Il livello del governo è un’area grigia. È impossibile collocare pienamente la Cancelliera democristiana Angela Merkel nella categoria della luce o dell’oscurità. Durante il suo mandato di Cancelliera ha compiuto grandi sforzi per avvicinare il suo Paese a Israele, ma è anche vero che dal 2015 è stata la forza trainante dell’afflusso di oltre un milione di musulmani senza verificare se fossero antisemiti. Ora sappiamo dagli studi che la metà di loro lo sono. Il rabbino Abraham Cooper, decano associato del Centro Simon Wiesenthal, sostiene che 75 anni dopo Auschwitz, l’atteggiamento responsabile ripetutamente dichiarato dalla Germania nei confronti degli ebrei e di Israele, è smentito da politiche e azioni che mettono in pericolo il popolo ebraico a casa propria e in Israele. Egli osserva che mentre Heiko Maas, il Ministro degli Esteri socialista (SPD), afferma di essere entrato in politica a causa di Auschwitz, ciò non ha influenzato le relazioni in corso della Germania con il regime iraniano, che ha intenzioni genocide verso Israele. Un nuovo sviluppo altamente controverso si è verificato nel dicembre del 2020. Più di 25 direttori di importanti teatri e fondazioni tedeschi hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in opposizione alla risoluzione anti-BDS del Bundestag del maggio del 2019. La risoluzione affermava che il movimento di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni esprime il tipico carattere antisemita e che lo Stato non dovrebbe sostenerlo finanziariamente nè riservare spazi per progetti ad esso associati. Secondo il quotidiano israeliano Haaretz , le persone del settore culturale che hanno rilasciato la dichiarazione si erano incontrate una volta al mese per oltre un anno per prepararla.
Tuttavia, in tutti quegli incontri, nessuno si è chiesto perché quasi metà della popolazione tedesca proietta gli estremi mali del nazismo storico sull’Israele contemporaneo. Se qualcuno nel gruppo ha espresso questa domanda, è stato messo a tacere. Attraverso la loro dichiarazione, questi leader culturali hanno mostrato la mentalità del segmento buio dei nipoti dei criminali genocidi. Molti leader culturali e artistici seguirono Hitler e il nazismo perché quella era la moda del tempo.Oggi, molte figure culturali di alto livello promuovono la libertà di parola rimanendo in silenzio su ciò che è radicalmente sbagliato nelle convinzioni di odio antisemita di gran parte della società tedesca. Questa contraddizione è la moda della nostra epoca. Dichiarandosi contro la dichiarazione anti-BDS del Bundestag, mentre restano in silenzio sull’estrema demonizzazione di Israele in Germania, questi leader culturali si sono resi moralmente colpevoli. Dalla sua pubblicazione, il numero dei sostenitori della dichiarazione è notevolmente aumentato. I firmatari originali includevano il Goethe Institute, la Federal Cultural Foundation, il Berlin Deutsches Theater, il German Academic Artists Exchange e il Berliner Festspiele (un ente che promuove una varietà di festival di arti dello spettacolo), tra gli altri. Secondo Haaretz, l’influenza di questi organismi sul mondo culturale tedesco non può essere sopravvalutata. Nella dichiarazione i responsabili delle istituzioni culturali hanno voluto ringraziare diverse persone. Includevano Stephan Detjen, corrispondente senior della stazione radio pubblica Deutschlandfunk; l’antropologa culturale Aleida Assmann; e Andreas Görgen, direttore del Dipartimento della Cultura e della Comunicazione del Ministero degli Esteri tedesco. Queste tre persone erano tutte favorevoli all’invito nei confronti di Achille Mbembe, un africano antisemita ed istigatore estremista anti-israeliano, a tenere il discorso di apertura del festival tedesco Ruhrtriennale. (Il festival è stato successivamente cancellato a causa della pandemia.)
Il nome di Görgen è stato menzionato nell’elenco SWC dei 10 principali episodi antisemiti del 2020. Le espressioni tedesche di oscurità antisemita, hanno spesso sostenitori ebrei. In questo caso, è stata Susan Neiman, direttrice del Forum Einstein a Potsdam. Lo si dice raramente, ma la Germania è la democrazia più comoda in cui possono operare ebrei auto-odiatori ed ebrei anti-israeliani. Quando si analizzano gli sviluppi ottenuti dallo strumento “luce o buio”, diventa chiaro che non è un caso che Berlino sia diventata la capitale dell’antisemitismo europeo, subentrando a Malmö, la terza città più grande della Svezia. Non è un caso che il Museo Ebraico di Berlino, sotto i suoi primi due direttori, abbia invitato a tenere conferenze degli ebrei estremisti anti-israeliani. Judith Butler, un’ebrea americana che odia se stessa in quanto ebrea, ha potuto contare su molti applausi da una sala piena del museo, quando usò quella piattaforma per chiedere il boicottaggio di Israele. In Germania si discute da anni sulla possibilità di mettere la parola fine – uno “schlusstrich” – alla Shoah. Sembra che per i decenni a venire, questo genocidio e i suoi numerosi temi che ne sono derivati, continueranno a presentarsi in molteplici forme nella società tedesca.
Manfred Gerstenfeld è stato insignito del “Lifetime Achievement Award” dal Journal for the Study of Antisemitism, e dall’ International Leadership Award dal Simon Wiesenthal Center. Ha diretto per 12 anni il Jerusalem Center for Public Affairs. Prima pubblicazione in italiano a cura di Informazione Corretta. Traduzione di Yehudit Weisz.