Perché i palestinesi devono scusarsi con gli arabi

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El Al-Flug LY971 nach Abu Dhabi mit der amerikanisch-israelischen Friedensdelegation. Abu Dhabi 31. August 2020. Foto WAM/TPS
El Al-Flug LY971 nach Abu Dhabi mit der amerikanisch-israelischen Friedensdelegation. Abu Dhabi 31. August 2020. Foto WAM/TPS
Lesezeit: 6 Minuten

La leadership palestinese chiederà scusa al Bahrein e agli Emirati Arabi Uniti (EAU) per averli accusati di tradire i palestinesi e gli arabi firmando accordi di pace con Israele?

di Khaled Abu Toameh

La scorsa settimana, l’Autorità Palestinese (AP), sotto la guida del presidente Mahmoud Abbas, con una mossa a sorpresa, ha annunciato di aver deciso di ristabilire tutte le relazioni con Israele, compreso il coordinamento della sicurezza tra le forze di sicurezza dell’AP e le Forze di Difesa Israeliane (IDF), in Cisgiordania.

Abbas deve anche scusarsi con i palestinesi perché la sua decisione di tagliare i legami con Israele ha privato i pazienti palestinesi – ad eccezione di un altro importante leader palestinese, Saeb Erekat – della possibilità di ricevere cure mediche nello Stato ebraico. La decisione ha privato altresì migliaia di palestinesi del diritto di percepire lo stipendio intero, visto che Abbas si era rifiutato di accettare le entrate fiscali raccolte da Israele per conto dei palestinesi.

Inoltre, l’Autorità Palestinese ha deciso di far tornare i propri ambasciatori in Bahrein e negli Emirati Arabi Uniti dopo averli richiamati per consultazioni in segno di protesta contro gli accordi di pace tra i due Paesi e Israele.

La leadership dell’AP aveva accusato gli EAU e il Bahrein di aver pugnalato i palestinesi alla schiena e di aver “tradito il popolo palestinese, Gerusalemme e la Moschea di al-Aqsa” accettando di stabilire relazioni con Israele. I palestinesi in Cisgiordania, nella Striscia di Gaza e a Gerusalemme Est avevano manifestato contro gli accordi di normalizzazione bruciando le bandiere del Bahrein e degli Emirati Arabi Uniti e le immagini dei governanti dei due Paesi.

Paradossalmente, alcuni palestinesi ora accusano la leadership dell’AP di ipocrisia e di “pugnalare il popolo palestinese alla schiena” ristabilendo le relazioni con Israele. Molti palestinesi e arabi si sono rivolti ai social media per chiedere in modo sarcastico che l’Autorità Palestinese ritiri il proprio ambasciatore da Ramallah per protestare contro la sua decisione di “normalizzare” le relazioni con lo Stato ebraico.

La decisione della leadership dell’AP di ripristinare i legami con Israele e di fare tornare gli ambasciatori palestinesi negli Emirati Arabi Uniti e in Bahrein è vista da alcuni palestinesi come un evidente tentativo di ingraziarsi una possibile nuova amministrazione statunitense, sotto la guida del presunto neo presidente eletto Joe Biden. Probabilmente Abbas spera altresì che in cambio gli Stati Uniti e alcuni Paesi del Golfo riprenderanno a riversare denaro nelle casse dell’Autorità Palestinese, tanto per cominciare.

Se un’amministrazione Biden può essere soddisfatta dei gesti palestinesi, gli arabi del Golfo chiedono le scuse da parte del presidente dell’AP Mahmoud Abbas e della leadership palestinese. Questi arabi si domandano perché è giusto che i palestinesi riprendano i rapporti con Israele, ma non è giusto che il Bahrein e gli EAU firmino trattati di pace con lo Stato ebraico.

L’analista politico del Bahrein Abdullah Al-Junaid, rivolgendosi ad Abbas, ha scritto:

“Sua eccellenza, presidente Mahmoud Abbas, in quanto cittadino dei Paesi arabi del Golfo, accolgo con favore la decisione di far tornare gli ambasciatori palestinesi a Manama e Abu Dhabi, ma Lei deve immediatamente rilasciare una dichiarazione ufficiale di scuse a tutti i cittadini del Regno del Bahrein, degli Emirati Arabi Uniti e del Regno dell’Arabia Saudita per le vostre dichiarazioni e gli insulti contro di noi”.

Al-Junaid ha rilevato che Abbas a settembre aveva presieduto una riunione delle fazioni palestinesi per condannare e lanciare insulti contro gli arabi del Golfo e i loro leader.

“Dagli anni Sessanta, i bambini del Golfo hanno contribuito con le loro indennità giornaliere a sostenere i palestinesi”, ha osservato Al-Junaid. In cambio, egli ha aggiunto, i leader palestinesi non hanno mostrato altro che disprezzo per la popolazione del Golfo:

“Lei ci ha accusato di vendere Gerusalemme e il popolo palestinese, pur essendo Lei pronto a rinnovare il coordinamento di sicurezza con Israele, senza rilasciare una dichiarazione esplicativa ai cittadini palestinesi, per non parlare degli arabi. A questo ha fatto seguito il ritorno degli ambasciatori [palestinesi] ad Abu Dhabi e a Manama senza alcuna vergogna o senza una dichiarazione di scuse da parte sua. Signor Presidente, non mi interessano le sue questioni interne, ma qualsiasi attacco contro un cittadino del Golfo non è più accettabile. Deve scusarsi pubblicamente e personalmente per quello che Lei ci ha fatto”.

Al-Junaid e altri arabi del Golfo hanno chiesto di boicottare la leadership dell’AP fino a quando Abbas non chiederà scusa per aver offeso i Paesi del Golfo e istigato i loro cittadini a rivoltarsi contro i governanti degli Emirati Arabi Uniti e del Bahrein.

Lo scrittore emiratino Turki Hasher ha chiesto che la leadership dell’AP si scusasse prima di rimandare i propri ambasciatori in Bahrein e negli Emirati Arabi Uniti. La dirigenza palestinese, egli ha affermato, ha finalmente ammesso che il ritiro degli ambasciatori è stato un errore. “Ma non credo che rimandarli lì sarà così semplice, perché ci devono essere delle scuse ufficiali per questa decisione affrettata, che riflette confusione e malgoverno”, ha scritto Hasher.

L’analista politico kuwaitiano Mohammed Al-Mulla si è chiesto per quale motivo tutti coloro che avevano condannato gli EAU e il Bahrein per aver firmato i trattati di pace con Israele tacciano ora sulla decisione della leadership palestinese di riprendere i rapporti con lo Stato ebraico:

“Abbiamo sentito parlare delle minacce e delle intimidazioni da parte di tutte le fazioni palestinesi e dei gruppi islamisti riguardo agli accordi di pace tra i Paesi del Golfo e Israele. Ma dove sono oggi quelle minacce e intimidazioni in relazione alla normalizzazione israelo-palestinese?”

BintUAE1900, un utente dei social media degli Emirati Arabi Uniti, ha così replicato: “[I palestinesi] calpestavano le foto dei nostri leader. Ma non li abbiamo visti calpestare le foto di Abbas”.

Alcuni arabi del Golfo hanno reagito alla decisione della leadership dell’AP di riprendere le relazioni con Israele invocando l’espulsione degli ambasciatori palestinesi negli Stati del Golfo e boicottando i prodotti palestinesi.

Un altro scrittore kuwaitiano, Abdel Muhsen Husseini, ha affermato di trovare strano il fatto che la leadership palestinese, dopo aver condannato gli accordi di normalizzazione tra Israele, il Bahrein e gli Emirati Arabi Uniti, abbia approvato la decisione di ripristinare le relazioni con gli israeliani.

Osservando che la decisione della leadership dell’Autorità Palestinese equivale alla normalizzazione delle relazioni con Israele, Abdel Muhsen ha scritto che i palestinesi rimangono divisi a causa della disputa in corso tra la fazione di Fatah, del presidente Abbas, in Cisgiordania, e Hamas nella Striscia di Gaza. Secondo Muhsen:

“I palestinesi hanno sprecato sforzi e tempo senza fare un passo per completare il progetto palestinese di creare uno Stato palestinese (…) [L’ex leader dell’OLP] Yasser Arafat ha sprecato tutti gli sforzi palestinesi e ha sempre sollevato l’indice e il medio della mano in segno di vittoria, ma non è stato in grado di ottenere nulla”.

Di recente, il Consiglio di Cooperazione del Golfo ha chiesto le scuse ufficiali di Abbas e di altri leader palestinesi per la loro “retorica irresponsabile, l’incitamento e le minacce” contro i Paesi del Golfo che hanno firmato accordi di pace con Israele. Abbas e la leadership palestinese, tuttavia, hanno deciso di ignorare la richiesta.

La leadership palestinese ha raggiunto livelli ancora maggiori di ipocrisia. In arabo, la sua decisione di rimandare gli ambasciatori palestinesi negli EAU e in Bahrein viene definita “wakaha” (impudenza). La decisione palestinese di riprendere i rapporti con Israele arriva in un momento in cui i media continuano a condannare altri arabi per essersi impegnati nella normalizzazione delle relazioni con lo Stato ebraico. La prossima volta che la leadership palestinese accuserà gli arabi di aver pugnalato alla schiena i palestinesi, Abbas e i suoi funzionari dovranno innanzitutto guardarsi allo specchio e vedere che le loro precedenti menzogne non sono più i loro attuali inganni.

Khaled Abu Toameh è un pluripremiato giornalista che vive a Gerusalemme. È Shillman Journalism Fellow al Gatestone Institute. Traduzioni di Angelita La Spada.