L’antisemitismo attraverso l’abuso del termine Shoah

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Foto Takver - originally posted to Flickr as Melbourne Gaza protest: Zionist Criminals, End the Palestine Holocaust, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=5797044
Foto Takver - originally posted to Flickr as Melbourne Gaza protest: Zionist Criminals, End the Palestine Holocaust, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=5797044
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Molti temi contemporanei sono caratterizzati da un’ampia frammentazione. Questo è tipico del nostro tempo, un’epoca che viene spesso definita post-modernità. In linea con questo approccio, anche l’antisemitismo viene scisso in molti sottotemi. Ne risulta che è molto più difficile, rispetto al passato, avere una visione d’insieme di questa esplosione di odio dato che l’antisemitismo classico era puntato sugli ebrei in quanto aderenti a una religione e dal diciannovesimo secolo anche come popolo. Gran parte dell’antisemitismo contemporaneo è rivolto contro Israele. Ciò non significa, tuttavia, che non vi siano stati nuovi sviluppi nell’antisemitismo classico. Molti di questi riguardano la Shoah e la sua storia. 

Analisi di Manfred Gerstenfeld

La distorsione che ha attirato maggiormente l’attenzione del pubblico è la negazione della Shoah, che può assumere diverse forme. Una falsa affermazione è che i tedeschi non avevano usato le camere a gas per uccidere le persone. Questa affermazione è spesso accompagnata da una seconda falsa affermazione secondo cui, durante la Seconda Guerra Mondiale, la maggior parte degli ebrei morì di malattie contratte nei campi. La minimizzazione della Shoah comporta che furono assassinati molto meno dei 6 milioni di ebrei.  
 
Una distorsione di un tipo diverso è la deformazione della Shoah. Nazioni o singoli individui che l’hanno compiuta, possono ammettere che la Shoah è sì avvenuta, ma negano la propria complicità o le responsabilità di specifici gruppi di individui. In altre parole, riversano la colpa della Shoah su altri. Ad esempio, le autorità polacche non hanno negato la Shoah. Eppure è avvenuta un’ offensiva pubblica in tutto il Paese contro l’affermazione secondo cui i polacchi uccisero molti ebrei, o che addirittura uccisero più ebrei dei tedeschi, durante la Seconda Guerra Mondiale. La città di Jedwabne, in cui gli abitanti uccisero quasi tutti gli ebrei senza alcun intervento dei tedeschi, è diventata uno dei simboli più importanti della partecipazione polacca alla Shoah.
 
Un ulteriore tipo di distorsione della Shoah  è la degiudaizzazione della Shoah, che consiste in una varietà di manipolazioni della memoria. Questo può essere fatto ad esempio minimizzando il carattere ebraico delle vittime. L’Unione Sovietica fece una vera e propria politica di degiudeizzazione della Shoah, includendo gli ebrei tra le vittime locali. Non fu dato alcun rilievo al fatto che erano stati assassinati in quanto ebrei.  Un’altra sottocategoria di questa distorsione della Shoah, è l’ampliamento della Shoah per includere le molte altre persone diverse dagli ebrei che sono state assassinate o che sono morte nella Seconda Guerra Mondiale. Le azioni contro alcuni altri gruppi avevano effettivamente un carattere genocida, ma non miravano al loro sterminio sistematico e totale.  
 
Un’ulteriore distorsione può essere meglio definita equivalenza con la Shoah . L’equivalenza con la Shoah prima della guerra e durante la guerra si basa sull’affermazione secondo cui il comportamento genocidario dei tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale era simile a quello di altre nazioni prima e durante la guerra. Gli autori di questa distorsione mirano principalmente a cancellare o a sminuire i crimini tedeschi.  
 
La variante postbellica dell’equivalenza con la Shoah si basa sull’affermazione secondo cui, negli ultimi decenni ci sono stati molti eventi di natura simile o equivalente, ai crimini commessi dalla Germania sotto la dittatura di Hitler. Un aspetto di questa affermazione decisamente falsa è che il nazismo e il comunismo siano intercambiabili. Anche la semplice dichiarazione che possa paragonare una persona a Hitler rientra in questa categoria. Negli ultimi decenni i detrattori estremisti hanno talvolta paragonato i Presidenti americani a Hitler. Ciò è successo anche al Presidente Donald Trump. Comunemente si ritiene che il peggior tipo di distorsione della Shoah sia la negazione della Shoah. Invece esiste una variante ancora più scellerata, che si potrebbe definire al meglio, trasposizione della Shoah. Questo tipo di abuso deriva dall’equivalenza con la Shoah ma è riferito specificamente agli ebrei e ad Israele. I traspositori della Shoah sostengono spesso che Israele si comporta nei confronti dei palestinesi allo stesso modo in cui i tedeschi si sono comportati con gli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale.  Un sondaggio condotto in diversi Paesi dell’Unione Europea in cui si chiedeva se gli israeliani intendessero sterminare i palestinesi, ha rilevato che più di 150 milioni di adulti dell’UE su 400 milioni hanno risposto affermativamente. Queste sono fanatiche opinioni antisemite. Dimostra anche come l’intreccio millenario dell’antisemitismo con la cultura europea si manifesti oggi in una forma mutata. Le categorie apparentemente contraddittorie della negazione della Shoah e della trasposizione della Shoah a volte si possono anche trovare insieme nel mondo arabo.  
 
Un altro tipo di distorsione della Shoah è la banalizzazione della Shoah. Questo è uno strumento per attivisti ideologicamente o politicamente motivati a fare un confronto tra i fenomeni che loro contrappongono alla distruzione su scala industriale degli ebrei nella Seconda Guerra Mondiale da parte dei tedeschi e dei loro alleati. Uno di quelli che si sente spesso è l’ “ Olocausto animale“, che paragona la macellazione industriale di animali al genocidio degli ebrei.  Altri sono l’ “Olocausto del clima”, l’ “Olocausto nucleare” e l’ “Olocausto dell’aborto“.  La banalizzazione della Shoah si manifesta anche nel suo crescente inserimento in un gran numero di eventi disparati che non hanno alcun legame con il genocidio degli ebrei. Altri banalizzatori operano per considerazioni commerciali o artistiche o per il desiderio di attirare l’attenzione o addirittura provocare. Un caso recente è avvenuto quando il Center for Political Beauty (ZPS) di sinistra aveva installato una colonna davanti al Parlamento tedesco a Berlino.  I promotori affermarono che conteneva le ceneri delle vittime della Shoah.   Un’altra categoria molto generica di distorsione della Shoah può essere meglio denominata come “ cancellazione della memoria della Shoah.” Può includere atti come la devastazione di monumenti o l’intralcio allo svolgimento di cerimonie della Shoah. Nel gennaio del 2020, il quotidiano dell’Autorità palestinese „Al-Hayat al-Jadida“ ha pubblicato un avviso in cui invitava i lettori a commettere omicidi per fermare le manifestazioni del 75 ° anniversario della liberazione di Auschwitz. Un’ennesima attività di cancellazione sta cercando di trasformare le cerimonie commemorative della Shoah in eventi di memoria generica. Un’altra manifestazione del tentativo di cancellare la memoria della Shoah è il “ far silenzio sulla Shoah „. Ciò consiste nel dichiarare che gli ebrei parlano troppo spesso della Shoah. Un’altra forma ancora di questo è affermare che gli ebrei abusano della Shoah per vari scopi. Ci sono anche attacchi indiretti al ricordo della Shoah, che riguardano siti commemorativi ebraici. Un esempio è la profanazione di cimiteri ebraici in varie località.
 
La grande varietà qui sopra elencata dovrebbe impartirci un’altra lezione apparentemente non correlata. C’è un disperato bisogno di un’enorme diffusione di borse di studio sull’antisemitismo. Quello che abbiamo analizzato è solo una parte del multiforme odio nei confronti degli ebrei e d’Israele.
 
Manfred Gerstenfeld è stato insignito del “Lifetime Achievement Award” dal Journal for the Study of Antisemitism, e dall’ International Leadership Award dal Simon Wiesenthal Center. Ha diretto per 12 anni il Jerusalem Center for Public Affairs. Prima pubblicazione in italiano a cura di Informazione Corretta. Traduzione di Yehudit Weisz.