A settembre del 2015 Jeremy Corbyn venne eletto leader del Partito Laburista con quasi il 60 % dei voti. Da allora, le espressioni di antisemitismo manifestate da un certo numero di rappresentanti eletti del partito hanno cambiato molto gli atteggiamenti in pubblico di molti ebrei britannici e dei loro leader.
Analisi di Manfred Gerstenfeld
Corbyn è un simpatizzante di estrema sinistra delle organizzazioni terroristiche genocidarie e antisemite di Hamas e Hezbollah. Molti laburisti lo considerano il principale responsabile della clamorosa sconfitta alle elezioni parlamentari dello scorso 12 dicembre. Corbyn ha annunciato che ben presto rassegnerà le sue dimissioni da leader del partito. Questa è l’occasione opportuna per valutare gli importanti cambiamenti degli atteggiamenti degli ebrei britannici, nell’arco degli ultimi quattro anni. Per tradizione, i leader degli ebrei britannici hanno sempre mantenuto in pubblico un profilo piuttosto basso. Questo è giustificato dal fatto che gli ebrei rappresentano all’incirca solo lo 0,4% della popolazione del Paese. Sui problemi che riguardavano la Comunità ebraica, i leader prendevano contatti direttamente con le autorità per ottenere il loro sostegno. Secondo ex funzionari laburisti che si erano occupati dei reclami nel partito, l’antisemitismo assai di rado, se non addirittura mai, era stato oggetto di lamentele prima della presidenza di Corbyn. Tuttavia, ricerche successive hanno messo in luce che c’erano già state alcune dichiarazioni fortemente antisemite sotto il predecessore di Corbyn, Ed Miliband, che provenivano principalmente da esponenti musulmani. Le prime lamentele sull’antisemitismo laburista dopo l’elezione di Corbyn risalgono all’inizio del 2016 e riguardavano un piccolo gruppo, il Club Laburista dell’Università di Oxford (OULC). Inizialmente furono pubblicate solo le conclusioni chiave dell’inchiesta su questo gruppo, svolta dalla Baronessa Royall, osservatrice laburista non ebrea. Il rapporto completo, inizialmente insabbiato, fu diffuso pochi mesi dopo probabilmente dalla stessa Baronessa Royall. Ulteriori informazioni sull’antisemitismo nel partito Laburista sono emerse poi col tempo. Poco dopo Corbyn incaricò per le indagini l’esperta di diritti umani non ebrea, Shami Chakrabarti. Il suo rapporto pubblicato il 30 giugno 2016 apparve assai striminzito. Inoltre dimostrava una grande ignoranza sui fondamenti dell’antisemitismo.
Successivamente, grazie alle raccomandazioni di Corbyn, divenne Baronessa Chakrabarti. Non è chiaro quando quel titolo nobiliare le era stato promesso. La reazione del Board of Deputies degli ebrei britannici – l’organo rappresentativo ufficiale della comunità – di fronte a quella relazione raffazzonata, fu moderata. Tuttavia, già a maggio del 2016, il Rabbino Capo Ephraim Mirvis aveva affermato che la crisi che aveva travolto i laburisti ha „sollevato il coperchio sull’intolleranza“. Dopo la conferenza di Corbyn sul rapporto Chakrabarti del 1 ° luglio, Mirvis affermò che il presidente aveva suscitato „maggiori preoccupazioni piuttosto che riconquistare la fiducia della comunità ebraica“. L’ex Rabbino Capo Lord Jonathan Sacks aveva definito le parole di Corbyn “di una disumanizzazione della peggiore specie, di oltraggio, assolutamente inaccettabili „. Molti dei primi più forti attacchi contro l’antisemitismo laburista erano arrivati da singoli individui. David Collier aveva scritto che era chiaro che il problema di Corbyn con l’antisemitismo “ ha radici molto più profonde di quelle di alcuni consiglieri e parlamentari“. Un’altra persona che era intervenuto contro Corbyn era David Hirsch. Nel settembre del 2016, la piccola organizzazione, Campaign Against Antisemitism (CAA), aveva presentato una denuncia formale contro Corbyn, accusando lui e i suoi alleati di avere un legame con antisemiti da molto tempo.
Anche alcuni parlamentari ebrei laburisti iniziarono via via a rendere pubblico l’antisemitismo del partito. La deputata Ruth Smeeth era uscita dalla conferenza stampa di Corbyn sul rapporto Chakrabarti, dopo essere stata insultata da un giornalista. Smeeth affermò che Corbyn aveva evitato di intervenire quando, di fronte a lui, le erano stati diretti insulti antisemiti. Il Jewish Labour Movement (JLM) era stato istituito nel 1901. È rimasto affiliato al Partito Laburista per circa 100 anni. Inizialmente, quando l’antisemitismo del partito venne allo scoperto, cercò di destreggiarsi. Negli anni successivi divenne una forza anti-Corbin molto tenace. Nel corso degli anni molti ebrei elettori tradizionali dei laburisti hanno abbandonato il partito. Nell’aprile del 2019, un sondaggio condotto dal gruppo di sostegno ebraico, Jewish Leadership Council, ha rilevato che l’87% degli ebrei britannici riteneva che Corbyn fosse antisemita. All’improvviso, negli ultimi anni molti ebrei britannici hanno iniziato a parlare dell’eventuale emigrazione se Corbyn fosse stato eletto Primo Ministro.
Il risultato del sondaggio è stato il 47%. Anche se si può avere dei dubbi su quanti ebrei lascerebbero davvero il Regno Unito in caso di vittoria laburista, parlarne è stato uno sviluppo radicale. Un incontro con Corbyn da parte dei leader del Board of Deputies e del Jewish Leadership Council nell’aprile del 2018 ha concluso che le proposte di Corbyn „non erano neppure all’altezza dei livelli minimi di intervento“. Alcune settimane prima le due organizzazioni ebraiche avevano scritto, in una lettera aperta: „Ancora una volta Jeremy Corbyn si è schierato dalla parte degli antisemiti piuttosto che degli ebrei“. Il 26 marzo, il Board of Deputies organizzò una manifestazione fuori dal Parlamento, a Londra. Nel luglio del 2018, Jewish Chronicle, Jewish News e Jewish Telegraph, tutti rivali tra di loro, hanno deciso di pubblicare la stessa prima pagina: non era mai avvenuto prima. Si dichiarò che questa decisione era motivata dalla „gravissima minaccia alla vita degli ebrei in questo Paese, che sarebbe derivata da un governo guidato da Jeremy Corbyn“. Il prezzo più pesante per l’opposizione ebraica contro Corbyn, è stato pagato da diversi parlamentari ebrei. Ruth Smeeth non è stata rieletta nelle recenti elezioni parlamentari. Già alla conferenza annuale del Labour nel settembre del 2016, doveva arrivare con una guardia del corpo dopo aver ricevuto 25.000 messaggi offensivi. La deputata Luciana Berger aveva ricevuto migliaia di e-mail di odio nell’aprile del 2016, alcune delle quali la minacciavano di stupro o di ucciderla. In seguito lasciò i laburisti e fu sconfitta successivamente come candidata parlamentare tra i Democratici liberali. Una terza deputata ebrea, Louisa Ellman ha lasciato il partito nell’ottobre del 2019. L’unica donna ebrea laburista rimasta è Dame Margaret Hodge. Nel 2018, nella hall del Parlamento, aveva tacciato Corbyn di razzismo e di antisemitismo. Presto Corbyn si dimetterà. Il rabbino capo Mirvis ha dichiarato che l’antisemitismo è lì per restare. Nel frattempo, l’atteggiamento pubblico degli ebrei britannici è notevolmente cambiato. Ciò che è stato versato dalla bottiglia non può più essere reintrodotto.
Manfred Gerstenfeld è stato insignito del “Lifetime Achievement Award” dal Journal for the Study of Antisemitism, e dall’ International Leadership Award dal Simon Wiesenthal Center. Ha diretto per 12 anni il Jerusalem Center for Public Affairs. Prima pubblicazione in italiano a cura di Informazione Corretta. Traduzione di Angelo Pezzana.