2018: Successi nella lotta contro l’antisemitismo

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Foto Facebook / BDS Movement
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Il 2018 si caratterizza per una serie di importanti azioni contro l’antisemitismo. Riepilogando i principali risultati alla fine dell’anno, si possono citare accanto alla relazione annuale dal Centro Simon Wiesenthal. Uno sviluppo importante è l’accettazione crescente del significato di antisemitismo nella definizione diInternational Shoah Remembrance Alliance (IHRA).

 

Analisi di Manfred Gerstenfeld

Non si può combattere efficacemente l’antisemitismo senza uno strumento comune di catalogazione. La definizione dell’antisemitismo IHRA è stata formalmente adottata per uso interno da diversi paesi: Regno Unito, Israele, Austria, Scozia, Romania, Germania, Bulgaria, Lituania e la ex Repubblica jugoslava di Macedonia. È stata anche accettata da molte istituzioni, ad esempio università e città tra cui Londra e Berlino.

Un secondo successo è la lotta contro il movimento „BDS“ ovvero „boicottaggio, disinvestimento e sanzioni“ che mira a delegittimare lo Stato di Israele. Le misure legali svolgono un ruolo importante nel contrastarlo. Nel novembre 2018, il Kentucky è diventato il 26 ° Stato americano ad approvare una legge che vieta di avere rapporti tra società statali con società che appoggiano il movimento BDS.

I governatori di tutti i 50 Stati dell’Unione hanno firmato una dichiarazione che condanna il movimento BDS come antitetico ai valori americani.

Il Cile ha recentemente vietato ai suoi comuni di boicottare Israele, come propone il movimento BDS. Diversi comuni spagnoli hanno aderito al BDS. Tuttavia, un certo numero di tribunali ha annullato queste decisioni, ad esempio Barcellona.

Un altro sviluppo positivo è la nomina di un commissario sull’ antisemitismo in Germania, avvenuto a livello nazionale ma anche in diversi stati federali. Il commissario nazionale Felix Klein ha già affrontato molti aspetti e episodi di antisemitismo. Ad esempio, ha dichiarato che intende affrontare la distorsione politica delle statistiche riportate in merito agli atti antisemiti. I crimini contro gli ebrei da parte di sconosciuti vengono registrati come commessi da estremisti di destra, mentre gli attacchi agli ebrei da parte dei musulmani sono molto più numerosi di quanto viene registrato.

Tra i commissari statali, il bavarese Ludwig Spaenle, ha avviato un monitoraggio che dovrebbe diventare operativo il prossimo gennaio. La Commissione europea aveva già nominato nel 2015 Katharina von Schnurbein quale coordinatore per la lotta all’antisemitismo. Ha intrapreso varie iniziative, tuttavia non le sono state attribuite risorse adeguate per assolvere il suo compito tra gli oltre 500 milioni di cittadini della UE.

Un quarto importante aspetto sono le crescenti misure sulla sicurezza delle sinagoghe e delle altre istituzioni ebraiche. La Svizzera è stata però estremamente negligente in questo settore. Alla fine di quest’anno, Basilea ha tardivamente deciso di unirsi a questo processo e assegnare agenti di polizia a guardia delle sinagoghe. Questo precedente dovrebbe essere un ammonimento per le altre città.

Un quinto aspetto importante è la pubblicazione di ulteriori studi sull’antisemitismo. A dicembre,l’Agenzia per i diritti fondamentali (FRA) ha pubblicato un rapporto tra i più approfonditi intitolato: „Esperienze e percezioni dell’antisemitismo“ rilevando che la più comune affermazione antisemita registrata dagli ebrei in Europa è che gli israeliani si comportano come i nazisti verso i palestinesi. L’antisemitismo musulmano viene citato come la fonte dominante contro gli ebrei in Europa. Seguono l’antisemitismo di sinistra e l’antisemitismo di destra. Si tratta di un problema a livello europeo, perché a causa della scarsa attenzione delle autorità civili e politiche la maggior parte delle vittime di incidenti antisemiti non sporgono più denuncia.

Ci sono molte altre questioni, secondarie per importanza. Ad esempio un Manifesto francese contro l’antisemitismo musulmano. È stato firmato da 250 personalità ebraiche e non ebraiche. Questo documento riassume i principali elementi di violenza e incitamento contro gli ebrei provenienti da parti di questa comunità di immigrati. Si può solo sperare che altri seguiranno quelle orme ed esporranno ciò che una varietà di governi europei tenta di nascondere o sottacere.

Con 15 anni di ritardo il presidente francese Emmanuel Macron ha formalmente accettato che l’omicidio da parte di un musulmano nel 2003 del disc jockey ebreo DJ Sebastien Sellam è stato un attuato con motivazione antisemita.

Il Consiglio dell’Unione europea (UE) ha approvato la prima dichiarazione di questo genere per combattere l’antisemitismo e rafforzare la sicurezza delle comunità ebraiche in Europa. L’ambasciatore americano uscente Nikki Haley ha criticato l’ONU dicendo: „Non tollereremo più una situazione in cui198 paesi possa trascorrere all’ONU la metà del tempo attaccando un paese: Israele“.

I media britannici, come The Daily Mail e il Telegraph, hanno denunciato il sostanziale antisemitismo nel Partito laburista britannico, guidato da Jeremy Corbyn, un amico di terroristi e di negazionisti della Shoah, fanatico anti-israeliano e antisemita part-time.

Ci sono molti altri gesti meritori di essere citati, come quello di Alyssa Milan, che ha criticato
la Marcia delle donne negli Stati Uniti, dopo che due leader, Tamika Mallory e Linda Sarsour, si erano rifiutate di rompere i legami con l’antisemita Louis Farrakhan.

Un altro atto importante è stato il licenziamento dalla CNN dell’estremista anti-israeliano Marc Lamont. Dovrebbe diventare una tradizione, non solo pubblicare alla fine di ogni anno i nomi di personaggi famosi responsabili degli atti peggiori di antisemitismo, ma anche far conoscere i successi ottenuti nella lotta contro l’antisemitismo.

Manfred Gerstenfeld è stato insignito del “Lifetime Achievement Award” dal Journal for the Study of Antisemitism, e dall’ International Leadership Award dal Simon Wiesenthal Center. Ha diretto per 12 anni il Jerusalem Center for Public Affairs.